Crisi ecologica e nuove pandemie: è il COVID19 il Big One?

In un libro scritto nel 2012, David Quammen spiegava come l’eccessiva pressione degli esseri umani sul pianeta avrebbe potuto provocare il Big One, non il grande terremoto atteso a Los Angeles, ma una nuova potente pandemia che avrebbe messo a dura prova la popolazione del pianeta.

Non avevo ancora smaltito, e non la smaltirò mai, la cocente impressione procuratami da Picco per Capre che mi è toccato un altro pugno nello stomaco. Ma perché leggo questa roba, mi chiedo. Questa “roba” va letta, ma non per crogiolarsi nel pessimismo del tipo “abbiamo distrutto il nostro pianeta”, “noi esseri umani meritiamo l’estinzione”, “moriremo tutti”.

Che moriremo tutti è vero, ma calma. Ci sono cose da fare che sono in nostro potere.

Il libro che questa volta mi ha tramortita é Spillover di David Quammen. Non è uno dei libri scritti in fretta e furia in occasione della pandemia da Covid 19, era stato infatti pubblicato nel 2012, ma fa capire molte cose, tutto direi, della pandemia attuale.

Leggo spesso che le epidemie e la loro crescita sono legate alla crisi ecologica attuale, ma non avevo capito come questo si attua nella pratica. Come avviene, cioè, che l’espandersi indiscriminato delle attività di sfruttamento del pianeta produca i virus che rischiano di generare nuove epidemie sempre più pericolose per il genere umano?

David Quammen è un divulgatore scientifico che ha seguito vari gruppi e spedizioni di ricerca sui virus e le loro origini in varie parti del mondo. Ha collaborato con loro e li ha accompagnati per foreste, caverne, fiumi, e altri luoghi tra cui alcuni assai poco piacevoli, inseguendo animali delle più varie specie per osservarli e testarli. In particolare ha seguito le ricerche effettuate per identificare le zoonosi, cioè quelle malattie che passano dagli animali agli umani, e i modi in cui si attuano gli spillover, cioè i passaggi di specie.

Questi sono sempre più possibili a causa della grande pressione che la presenza degli esseri umani esercita sul mondo naturale e sulla biodiversità del pianeta. Scrive Quammen:

“(…) da un lato la devastazione ambientale causata dalla nostra specie sta creando nuove occasioni di contatto con i patogeni, e dall’altro la nostra tecnologia e i nostri modelli sociali contribuiscono a diffonderli in modo ancora più rapido e generalizzato (…) Le attività umane sono causa di disintegrazione (e non ho scelto questa parola a caso) di vari ecosistemi a un tasso che ha le caratteristiche del cataclisma.” (…)

Quindi, il fatto che gli esseri umani invadano sempre nuovi territori, una volta selvaggi, o modifichino l’ambiente rovinando la biodiversità presente e i delicati equilibri stabiliti da millenni di evoluzione, fa sì che i patogeni, una volta confinati in precise nicchie ecologiche, si spostino alla ricerca di nuovi ospiti. Dice ancora:

Le foreste tropicali non sono l’unico ambiente in pericolo, ma sono di sicuro il più ricco di vita e il più complesso. In questi ecosistemi vivono milioni di specie, in gran parte sconosciute alla scienza moderna

Tra le creature di cui Quammen parla ci sono anche i virus. Questi vivono, e sopravvivono, installandosi negli organismi di vari animali ospite, e quando questo avveniva in ambienti caratterizzati da una grande biodiversità, i virus stessi vi potevano rimanere confinati molto a lungo, magari per sempre. Viceversa se l’equilibrio viene alterato, la necessità di replicarsi spinge i virus a infettare nuove specie. Continua Quammen:

Nella maggioranza dei casi, dunque sono parassiti benevoli, che non riescono a vivere fuori dal loro ospite e non fanno troppi danni. Ogni tanto uccidono una scimmia o un uccello qua e là, ma le loro carcasse vengono rapidamente metabolizzate dalla giungla. Gli uomini non se ne accorgono quasi mai

Intervista di Fabio Fazio a David Quammen

Ma questo equilibrio ormai è saltato e le zoonosi possono diventare la causa di disastrose pandemie, molto più difficili da curare delle altre malattie, perché sono nuove, perchè il passaggio all’uomo si è verificato di recente e non si sono evolute insieme a lui per lungo tempo e anche perché sono ormai incontrollabili i passaggi possibili tra gli animali e gli esseri umani.

Un esempio molto inquietante è quello dell’Aids: A questa malattia i ricercatori hanno dato la caccia, per rintracciarne le origini, per molti anni, ed è stata una ricerca lunga e tortuosa, che è stata paragonata a quella, secolare, per trovare le sorgenti del Nilo. Alla fine si è scoperto che il virus aveva fatto il suo salto dallo scimpanzè all’uomo agli inizi del secolo XX, tra Camerun e Congo e aveva circolato inizialmente nei villaggi in mezzo alle foreste. La sua diffusione, lenta in un primo tempo, era stata successivamente favorita dalle condizioni nuove create dal colonialismo, dall’espandersi e l’ampliarsi delle rotte commerciali e degli spostamenti umani. Era stata accelerata poi da mutate condizioni socio culturali che si erano evolute in fretta, in seguito al contatto dei paesi africani con il mercato mondiale.

Questo è successo con molti altri virus, la cui maggiore o minore espansione è stata fortemente condizionata da elementi di tipo storico, economico e sociale.

Quammen racconta anche di un’umanità ormai molto numerosa, che ha al suo seguito un numero altrettanto elevato di animali domestici che hanno soppiantato la fauna naturale. Questi sono allevati in modo intensivo in grandi comunità, bombardati di antibiotici responsabili della crescente resistenza ai batteri nocivi, ed esposti al contagio degli animali selvatici. Questi ultimi infatti si avventurano ormai frequentemente fuori dagli spazi sempre più ristretti in cui sono stati segregati.

L’autore di Spillover, già nel 2012, riportando le conclusioni di molti dei ricercatori con cui aveva collaborato, poteva ipotizzare il prossimo avvento di una grande pandemia, il Big One, chiamato così per analogia con il grande terremoto che ci si aspetta avverrà sulla Faglia di Sant’Andrea.

Non so se possa essere il COVID19, la pandemia profetizzata, o se dobbiamo aspettarcene una magari peggiore. Quammen scrive:

Ecco a cosa sono utili le zoonosi: ci ricordano, come visioni moderne di San Francesco, che in quanto esseri umani siamo parte della natura, e che la stessa idea di un mondo naturale distinto da noi è sbagliata e artificiale, C’è un mondo solo, di cui l’umanità fa parte, così come l’HIV, i virus di Ebola e dell’influenza (…) e ne fa parte anche il prossimo virus che ci colpirà, quello che ancora non abbiamo scoperto.”

 Cosa facciamo? Incrociamo le dita o ci diamo da fare? Direi la seconda.

Milena Batistoni, attivista ambientalista impegnata in Valdisieve in Transizione e Associazione Valdisieve.